La sorellanza di Helen Bryan



Menina Walker è figlia della fortuna. Sfuggita alla devastazione di un uragano in Sudamerica e condannata a un’esistenza miserabile con un misterioso medaglione come unico patrimonio, a tre anni viene adottata da una coppia statunitense e conosce una nuova vita. A diciannove anni è innamorata, fidanzata ed eccitata per il futuro; ma un altro evento traumatico distrugge i suoi sogni. Parte dunque per la Spagna, sulle tracce di un pittore cinquecentesco che firmava le proprie opere con la stessa immagine del suo medaglione. Quando una rapina la costringe in un paesino tra le montagne dell’Andalusia, Menina deve nascondersi in un antico convento, abitato solo da poche religiose anziane e smemorate. Esplorandolo, la ragazza scopre l’epica saga di cinque orfane tenute nascoste all’Inquisizione spagnola e aiutate a fuggire nel Nuovo Mondo da una comunità di suore straordinarie. Il medaglione è forse un legame con queste ultime o con il suo stesso passato? Ed è stato il caso a condurla al convento o il destino?




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Buongiorno, cari lettori. Ogni tanto torno a parlarvi di Kindle Unlimited, per aiutarvi ad orientarvi nella miriade di proposte che l’abbonamento offre. Oggi vi parlo de La sorellanza, thriller storico di Helen Bryan.
Ho letto questo romanzo incuriosita più che altro dal titolo. Come mio solito, non ho voluto leggere la trama per non rovinarmi alcuna sorpresa.
Devo ammettere che è stato un romanzo carino, ma non mi ha personalmente entusiasmata più di tanto.
Quando ho iniziato a leggerlo, la trama mi ha presa fin da subito, ma poi si è perso per strada. Non ho capito dove la narrazione volesse andare a parare, e ho trovato che la parte nel passato sia troppo scollegata rispetto alla parte nel presente.
Devo ammettere che è la prima volta, poi, che trovo la parte nel passato più noiosa, sebbene io ami i romanzi storici.
È che proprio non ha acceso in me quella scintilla di curiosità.
Tuttavia, un punto di forza di questo romanzo è sicuramente il personaggio di Menina: mi è piaciuta fin da subito. Nonostante quello che le capita a inizio romanzo, sa reagire, smette di piangersi addosso e prende in mano la sua vita, decidendo di fare qualcosa per se stessa invece di essere succube della situazione.
L’ambientazione è sicuramente il secondo elemento che mi è piaciuto, anche se funge soltanto da contorno: devo ammettere tuttavia che è stato suggestivo immaginare i luoghi in cui si svolge il romanzo (la Spagna è uno dei paesi che più desidero visitare per cui potrei essere di parte).
Tutto sommato, credo che il voto giusto da assegnare a questo romanzo sia tre piume e mezzo: sicuramente raggiunge e supera la sufficienza, per me, ma non va molto al di là.
Non è scritto male, ma non è riuscito a catturare la mia attenzione, per cui mi sento comunque di consigliarlo.
Oggettivamente parlando, le parti nel passato sono troppo invasive e troppo staccate dal presente, ma non è detto che precluda ad altri il piacere della lettura.
Se voi lo avete letto, fatemi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima recensione.



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