RECENSIONE Jane Austen Society di Natalie Jenner

Jane Austen Society

 Trama:


Quella di Chawton è stata l’ultima dimora di Jane Austen. La geniale scrittrice, infatti, ha trascorso gli ultimi e significativi momenti della propria vita al cottage annesso alla Chawton House, storica residenza del fratello. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel piccolo paese inglese, un gruppo di persone, insolitamente assortito, si unisce per tentare qualcosa di straordinario: riscattare l’eredità della Austen. Alla morte del proprietario di Chawton House, però, sia la casa che il cottage rischiano di essere venduti al miglior offerente.


L’eccentrico gruppo costituito, tra gli altri, da un operaio, una giovane vedova, il medico locale e una star del cinema, tutti diversi e tuttavia uniti nell’amore per la vita e le opere della Austen, si organizza per preservare il suo ultimo retaggio.


Mentre ognuno di loro porta avanti la lotta per la propria vita, facendo i conti con perdite e traumi, alcuni causati della recente guerra, altri conseguenze di tragedie più lontane, si uniscono per creare la Jane Austen Society.


Un romanzo potente e commovente che esplora le tragedie e i grandi e piccoli trionfi della vita, nonché l’universale senso di umanità presente in tutti noi.


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La prima domanda che mi sono sempre posta quando si parla di Jane Austen è come riesca a dividere le persone; ci sono lettori che la idolatrano e altri che la detestano cordialmente, alcuni invece come me a cui risulta indifferente, non rientra tra le mie autrici preferite e ammetto che i suoi libri non sono propriamente il mio genere.

E ammetto di non sapere bene come mai io abbia voluto leggere questo romanzo, con tante citazioni e riferimenti sia ai suoi libri, sia alla vita dell’autrice. Ho già detto che per me è un’autrice come tante, eppure allo stesso tempo i libri con riferimenti storici, su opere e autori mi incuriosiscono.

E così, grazie anche alla Vintage Edizioni, con cui mi scuso per il clamoroso ritardo per questa recensione, ho letto questo libro.


Quella che ho avuto tra le mani è stata una lettura particolare; non sono propriamente esperta di Inghilterra, periodi storici e soprattutto di come è evoluta l’etichetta e il comportamento delle persone nei secoli. Ho delle vaghe nozioni, quindi il libro mi ha lasciato spiazzata.

Sono rimasta spiazzata perché, pur parlando di Jane Austen, di questa società che viene man mano creata per tanti motivi differenti, allo stesso tempo mi è sembrato di leggere un libro della Austen. In parte ho compreso il perché tante persone li amano, li leggono e rileggono.

Ma andiamo con ordine; il libro parla della fondazione della Jane Austen Society, nel paesino dove risiedevano ancora dei discendenti della scrittrice, ma soprattutto nel luogo dove ha vissuto e scritto alcuni dei suoi romanzi più amati. E grazie anche alla passione per questa autrice, il pensiero di renderle omaggio in maniera decisamente più concreta, in questo libro si legano le storie di diversi personaggi: un gruppo decisamente strano e apparentemente mal assortito con una passione e un amore comune.

Ed ecco che man mano la storia di questo libro prende due binari paralleli: da una parte la descrizione tramite decisioni e avvenimenti di mettere su questa società e dall’altra la storia personale dei vari personaggi, la loro storia, il loro passato, ma soprattutto il modo in cui le loro vite si intrecciano, dando vita a quello che poi sarà il loro futuro. E proprio in questo momento, mentre si leggono le interazioni tra i vari personaggi, il modo in cui si osservano, si parlano, si spettegola in questo piccolo villaggio; non si è più negli anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma sembra di essere trascinati nel periodo in cui è vissuta Jane Austen, il lettore viene trascinato in una sorta di suo romanzo, un libro ambientato nel futuro che parla di lei. Eppure, anche se sembra strano e molto più retrò di quello che è il periodo storico, la storia scorre bene, appassiona, anche i legami tra i vari personaggi.

E proprio grazie a queste interazioni, al modo in cui è impostato il libro e ai discorsi sui libri della Austen, su quali fossero i personaggi preferiti dei suoi libri, mi sono accorta di una cosa: di come chi legge questa autrice in parte sogna di vivere delle storie d’amore come quelle descritte nei suoi libri, con tutti i pro e i contro. E soprattutto la maggior parte dei suoi lettori ha un personaggio preferito; non un personaggio che gli piace per come è stato descritto, molte volte ci si rispecchiano nel carattere, nelle azioni che difendono a spada tratta. Ed ecco qui che in un attimo trovo una cosa a cui non avevo mai pensato: il modo in cui questa autrice riesce a trascinare nei suoi libri i suoi lettori, come tantissime persone si immedesimano in un personaggio o in un altro, o sognano di essere come uno di questi.

Una scoperta che ha reso questa lettura interessante, un libro particolare, perché pur facendomi pensare a un libro della Austen, a conti fatti non lo è affatto. Non lo è per stile e nemmeno per le vicende che vengono narrate, i personaggi sono complessi.

Jane Austen Society è un libro potente, che esplora sì la passione per i libri di Jane Austen, ma allo stesso tempo mostra la vita, i sentimenti e come i vari personaggi di questo romanzo affrontano ogni difficoltà.


Arrivata a un certo punto pensavo che non mi sarebbe piaciuto, invece mi sono resa conto che mi aveva appassionato, che ho apprezzato il modo in cui è stato costruito, ma soprattutto la storia e lo stile dell’autrice.

Un romanzo interessante, che in parte sblocca il mistero, almeno per me, della passione che in molti hanno per questa autrice e i suoi libri.

L’ho apprezzato tanto anche per l’effetto strano che mi ha fatto, come se veramente, pur essendo ambientato dopo la Seconda Guerra Mondiale, in qualche modo, in quel piccolo villaggio il tempo si fosse bloccato.

Consigliato.


Quattro piume.


4 piume



Commenti

  1. Siamo sulla stessa linea di pensiero su Jane Austen, non ho mai letto qualcosa di suo e mi è indifferente, nessun sentimento di odio o altro, ma credo che se non si legge Orgoglio e pregiudizio da ragazzine, poi non si legge più, o almeno per me è andata così. So che ha scritto altri bei libri ma diciamocelo che il libro per eccellenza è quello. Detto questo.... ammiro il tuo coraggio a leggere Jane Austen Society senza aver mai letto qualcosa della Austen, io non lo avrei mai fatto e sicuramente non lo farò, ma mi è piaciuto leggere la recensione e mi basta per soddisfare qualsiasi dubbio potessi avere su questo libro. ;)

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    1. Ma alcuni libri della Austen li ho letti, però continua a dirmi poco. Non sono una sua lettrice assidua, scriveva bene, ma per me finisce lì. Il libro in questione invece è carino, proprio perché in parte mi ha svelato come mai piace tanto. Appassiona tanto.
      Comunque credo che per alcuni autori bisogna essere affini alle loro storie, quando non scatta la scintilla è inutile.

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    2. Esattamente, come lei anche altri "famosi" non mi sono mai approcciata a leggerli, chissà magari un giorno farò il salto ;)

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    3. Ma sai, penso che alla fine uno debba essere ispirato, devo attirare. Obbligarsi sarebbe inutile. Io ad esempio ho una seria difficoltà con i classici inglesi, dopo un paio che ho letto si è creato una sorta di blocco.

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