RECENSIONE L’ultima caccia di Joe R. Lansdale

L’ultima caccia



È il 1933 e l’America sta attraversando il periodo piú buio della Grande Depressione. Richard Dale ha quindici anni, vive nel Texas rurale e sogna di fare lo scrittore. Questo è il racconto del giorno in cui la sua infanzia è svanita per sempre. Ed è il racconto di una caccia al cinghiale. Ma non si tratta di un cinghiale qualunque. Il Vecchio Satana, cosí lo chiamano tutti, è una bestia leggendaria, che potrebbe essere posseduta dallo spirito di uno sciamano indiano o forse addirittura da quello del diavolo. Per Richard però il Vecchio Satana è soprattutto la creatura malvagia che mette in pericolo la vita della madre e del fratellino che porta in grembo. E sentendosi ormai l’uomo di casa, sa di non potersi tirare indietro.




Link Acquisto: L’ultima caccia



***



Buongiorno, lettori. Questa per me è stata un’estate all’insegna della Letteratura americana, anche se in realtà mi sono concentrata soltanto su alcuni autori, di cui presto vedrete le recensioni.

Tra gli autori che ho letto c’è sicuramente Joe R. Lansdale. Dalla scoperta de La trilogia del Drive In ho deciso che Lansdale non solo meritava di essere letto in toto ma anche acquistato in cartaceo, perché è diventato presto tra i miei scrittori del cuore.

L’ultima caccia è un romanzo molto breve ma intenso: Lansdale riesce perfettamente a ricreare il contesto dell’America rurale dei primi anni Trenta attraverso gli occhi di un ragazzo che vuole diventare scrittore.

Credo che nella costruzione di Richard, il protagonista del libro, Lansdale abbia messo una certa dose di componente autobiografica, anche se questa è solo una mia sensazione in quanto, lo ammetto, non so molto della vita dell’autore (ultimamente, meno so dei miei autori del cuore, meglio è).

L’ultima caccia, come si evince dal titolo, è incentrato sulla caccia di un cinghiale che viene dipinto come enorme, intelligente e pericoloso. Una creatura quasi mitica, in parte umanizzata e in parte deificata, ma che appare molto più minacciosa di quello che è in realtà.

Non fraintendetemi, il cinghiale è sicuramente una creatura letale e pericolosa all’interno della storia, ma la caccia che viene intrapresa contro di lui ha quell’aria leggendaria, che assume sempre più dettagli articolati man mano che viene raccontata ai posteri.

E così il cinghiale stesso diventa sinonimo di tutti quei problemi che appaiono insormontabili e rendono la vita difficile.

Ho trovato questo romanzo davvero bello e incisivo, seppur breve.

Per questo mi sento di consigliarvi la lettura: non so se è indicato come prima opera da leggere di Lansdale ma ho trovato davvero tanti significati nascosti e cura nei dettagli che secondo me vi fa avere un’idea chiara della sua bravura come scrittore.

Ad ogni modo, se come primo romanzo oppure dopo aver letto il capolavoro della Trilogia del Drive In, non fatevi scappare La caccia.

Se invece lo avete già letto e avete voglia di scambiarvi le vostre opinioni, lasciate un commentino qui sotto così possiamo discuterne insieme. Alla prossima recensione.


5 Piume




Commenti