RECENSIONE Goodwill di Manlio Castagna


Trama:


In una livida alba di novembre del 1851, dopo un viaggio di sette mesi, i coloni approdano a quella che diverrà Seattle. Speranza, felicità e disperazione si mescolano alla pioggia che li inzuppa fino alle ossa. È in questa comunità di uomini e donne volenterosi che nasce il piccolo Ambrosius Goodwill. La sua infanzia trascorre serena finché all'età di quattro anni, giocando nel bosco, il bambino sparisce. Resta lontano da casa per una settimana. A nulla serve battere la foresta palmo a palmo, e il Viaggio di Conoscenza intrapreso dal grande sciamano indiano per ritrovare tracce del bambino non dà risposte rassicuranti. Poi, in una giornata di tempesta, Goodwill riappare sulla soglia di casa. Ma non è più il bambino spensierato di prima: sembra non soffrire la fame, il freddo, non sentire il sonno né provare emozioni. E quando a Seattle cominciano ad accadere tragedie che coinvolgono tutta la comunità, si dice che sia proprio quel bambino a portare la sventura…


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Salve lettori, come potete notare non sono sparita del tutto. Ogni tanto rispunto; della serie a volte ritornano. 

Questo anno è iniziato molto a rilento per quanto riguarda le letture; avevo tante idee in mente, ma riprenderò con un buon ritmo appena tutto si rimetterà in sesto. 

Detto questo, oggi vi parlerò del romanzo di un autore che io apprezzo tantissimo. Ho scoperto Manlio Castagna con la trilogia di Petrademone, che ho recuperato ultimamente in formato cartaceo, e di cui su Piume di Carta ho recensito il primo: Il libro delle porte.

Mi piace molto la scrittura di questo autore, il modo in cui costruisce le storie, pertanto quando ho visto il titolo in questione non potevo fare a meno di averlo nella mia libreria. Non solo per via dell’autore, ma anche perché questo romanzo è una sorta di prequel della storia di Mercy di Mirka Andolfo.



Per chi non conoscesse Mercy è una graphic novel dalle tinte cupe, molto lovercraftiane. Un horror di tutto rispetto, che mette i brividi e trascina il lettore indietro nel tempo, facendo crescere l’ansia man mano che si procede con la lettura. Oltretutto è contornato da dei disegni che dire splendidi è poco. Io, molto superficialmente, sono stata attirata dalle copertine della graphic novel, tanto da regalarmi i volumi in blocco per il mio compleanno. Mai regalo è stato più apprezzato, li ho letteralmente divorati.

Torniamo al libro da recensire: ispirato dalla serie Mercy, Castagna ha scritto una sorta di prequel, il momento in cui nasce il male.


Goodwill è un horror di tutto rispetto, pur essendo una storia catalogata per ragazzi, per come è strutturata, per come sono descritte alcune scene e anche per quell’ansia e senso di preoccupazione che aumenta mentre si procede con la lettura lo si può catalogare un horror a tutti gli effetti.

La storia è ben strutturata e per chi ha letto la graphic novel si può vedere una sorta di percorso, come il personaggio di Goodwill nasce, si trasforma in una creatura assetata di sangue, il bambino che in seguito sarà un personaggio importante della graphic novel. Un lungo percorso, di cui poi il lettore scoprirà la fine solo nelle storie di Mirka Andolfo. Ma questo inizio, il momento della nascita di Goodwill è come se fosse che il bambino di nome Ambrosius nascesse due volte, la prima nel momento in cui viene al mondo da genitori umani, un bambino dolce, curioso, attaccatissimo alla madre. Il secondo momento in cui viene al mondo è quando viene posseduto da una creatura di un altro luogo. 

Una creatura priva di sentimenti e assetata di sangue.

Lo Sconosciuto si impossessa di quel giovane corpo, scoprendo quando il mondo umano possa essere invitante e pieno di cose da mangiare per lui, allo stesso tempo però qualcosa in lui cambia, in parte tutto dovuto alle emozioni umane, a quei ricordi di quel bambino così sensibile che sono rimasti aggrappati al corpo e alla mente che ha posseduto. E quelle emozioni che non comprende gli fanno provare curiosità verso gli umani, continua a vederli come fonte di nutrimento, ma non solo, alcuni attirano il suo interesse.


Goodwill è un romanzo veloce, con capitoli brevi, ma a cui non manca nulla tra caratterizzazione dei personaggi, ambientazione e descrizioni di un periodo quale era il vecchio west, il periodo dei pionieri. In capitoli brevi, ma d’effetto l’autore descrive la vita in un luogo che già di suo è spaventoso, ancora selvaggio, cupo. Una zona che sarebbe dovuta diventare una città felice, ma su cui aleggia sin dall’arrivo dei primi pionieri una sorta di maledizione. 

Una storia che descrive la trasformazione di un bambino in mostro e del suo inizio di viaggio in un mondo sconosciuto.

Una storia terrificante in cui quello che era un dolce bimbo ora si lascia dietro senza nessun rimpianto una serie di vite, descrivendo la morte nella maniera più cruenta possibile, ma anche se fosse naturale, perché per quanto dolorosa e improvvisa, è un periodo storico lontano. Un periodo sanguinoso quello dell’America dei pionieri.


Goodwill è un libro horror dove a far paura non è il mostro che si ciba di vite umane, ma è la paura stessa, quelle superstizioni che accompagnano le persone e i luoghi in cui vivono, le leggende dei nativi. A far crescere queste paura e la loro ansia è il non sapere cosa sta accadendo. Il non capire quanto sta accadendo intorno a loro.  

La vita è un perenne e continuo salto nel vuoto, un giorno dopo l’altro in cui vivere era  avere il terrore di non arrivare a un nuovo giorno, in questo libro vivere è anche convivere con tutto quello che non si conosce, che le persone non riescono a comprendere e a cui dare una nome o una spiegazione che non sia dettata dalla superstizione.

Lo Sconosciuto proveniente da un altro mondo, da un’altra dimensione è tutto questo, un connubio di non sapere, non comprendere e terrorizzare l’essere umano.

Un libro meraviglioso, che consiglio vivamente e che si merita cinque piume.





Commenti

  1. Bello bello e la tua recensione bellissima. Il libro mi è arrivato oggi e ora sto fremendo dalla voglia di leggerlo. Però ho il dubbio se prima recuperare il fumetto...

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    1. Il libro è una sorta di prequel, quindi non ce ne sarebbe bisogno. Ma il fumetto andrebbe preso solo per quanto sono belli i disegni e per quanto è elegante la versione cartacea.

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