L'odore della colpa (Bliss Vol. 2) di Tony J. Forder


 

Trama:


Dodici anni dopo aver lasciato Peterborough, il detective Bliss torna a far parte della squadra Crimini Maggiori e si ritrova coinvolto in un’indagine su un serial killer.


Penny Chandler è stata promossa a sergente e lavora a Londra, nella divisione del MET che si occupa di crimini sessuali. Quando però vengono denunciati due stupri a Peterborough, l’agente si offre volontaria per interrogare le vittime e ben presto nota un possibile collegamento tra gli stupri e l’indagine per omicidio di Bliss.


Potrebbe esserci un solo responsabile per entrambi i casi?

Per riuscire a catturare l’assassino, però, Bliss deve scoprire il suo movente.

Un movente che sarebbe dovuto rimanere sepolto nel passato…


Link acquisto: L’odore della colpa



***



Credevo che non sarei più riuscita a leggere e recensire questo libro, ma alla fine mi sono messa d’impegno ed eccomi qui a parlarvi del secondo romanzo della serie Bliss di Tony J. Forder e portato in Italia da Nua Edizioni.

Questa è una di quelle letture lasciate indietro mesi fa, alla ricerca di qualcosa di più leggero, perché il momento, il periodo non erano adatti per i thriller, per gli horror e le storie tragiche, quindi metà delle cose che avevo da leggere.

Alla fine, come accade di tanto in tanto, ecco che tutte le letture, veramente tante, si sono accavallate tra di loro e non sapevo a chi dare i resti. Ma sto recuperando tutto quello che ho lasciato indietro, mi sono messa d’impegno.


Malvagio fino all’osso, trovate la recensione qui, mi era piaciuto, era stato una scoperta, e ho apprezzato l’intreccio tra il passato e il presente dell’indagine che l’ispettore Bliss sta portando avanti. Quella del primo libro è una sorta di indagine vaso di Pandora, un evento, un caso che poi ne scoperchia tanti altri. Eventi che poi avranno delle ripercussioni che il lettore scoprirà solo in questo secondo libro, dove c’è un salto temporale di dodici anni. L’ispettore Bliss, dopo un lungo periodo di tempo che sembra essere più una punizione che altro, torna nella cittadina di Peterborough, dove tutto ha avuto inizio.

Il tempo è passato, lui in parte è cambiato, sicuramente è maturato, ha imparato a convivere con i suoi problemi di salute, ma rimane sempre l’uomo indipendente e testardo che odia prendere ordini.

L’odore della colpa è un libro complesso, un thriller che, come sembra piacere all’autore, intreccia più persone, più avvenimenti, per poi arrivare a un unico colpevole. Apprezzo il modo in cui l’autore riesce a gestire le indagini, seguire varie piste e muovere l’intera trama su più livelli, spingendo il lettore a seguirlo, ma soprattutto a cercare di capire cosa sta succedendo.

Nell’ultimo mese ho recuperato diversi thriller, e la cosa che ho apprezzato degli ultimi, oltre alla trama, è il modo in cui vengono impostate le indagini, come gli autori, e in questo caso Tony J. Forder, riescano a rendere verosimili le indagini. Per risolvere un crimine, per scoprire cosa è accaduto, ci vuole tempo e pazienza. Il lavoro principale della polizia è indagare, fare domande, parlare con persone, magari anche scavare nel passato della vittima per riuscire a capire se potesse avere dei nemici. Un lavoro certosino, di pazienza, perché, per quanto possa essere un omicidio isolato, o un libro con un serial killer, è questo il lavoro principale delle forze dell’ordine, molto più vicino alla realtà rispetto a inseguimenti e intuizioni geniali che si possono trovare in alcuni romanzi del genere.


La seconda avventura dell’ispettore Bliss è costruita molto bene; come al solito l’autore riesce a tenere sul filo del rasoio il lettore, senza farlo annoiare. Rispetto al primo romanzo, che un po’ come fosse un diesel ci ha messo un po’ a carburare, in questo caso la storia ha preso subito il via. Forse perché già conoscevamo i personaggi, anche se, con un salto narrativo tanto lungo, potevamo tranquillamente imparare di nuovo a conoscerli, scoprire cosa è accaduto loro.

E proprio sui personaggi principali voglio soffermarmi; solitamente non lo faccio mai, ma semplicemente perché le serie che seguo, soprattutto per quanto riguarda dei thriller, sono tutte molto vicine a livello temporale, o nel caso avanzano di anno in anno, i lettori crescono e invecchiano insieme ai personaggi dei libri. In questo caso invece c’è stato un lungo salto temporale, avvenimenti che il lettore non conosce. Una sorta di sorpresa per chi ha letto il primo libro, perché si è ritrovato davanti gli stessi personaggi, ma allo stesso tempo non erano loro. Cercherò di spiegarmi al meglio: Bliss, come la sua collega, sono gli stessi del primo libro, eppure sulle spalle hanno dodici anni di vita, di lavoro, di esperienze lontane dalla cittadina dove li abbiamo visti muoversi e dove li abbiamo conosciuti nel primo romanzo. Per loro, come per gli altri personaggi ricorrenti, c’è tutto un periodo, un lunghissimo periodo, dove hanno accumulato esperienze, sono andati avanti e sono cambiati.

Bliss, già nel primo libro aveva sulle spalle esperienza nel suo lavoro, crimini efferati, per non parlare di quello che ha colpito lui stesso, vedendosi strappare via la moglie da un uomo che non è mai stato trovato.

Già nel primo romanzo si portava dietro i dolori del passato, ma in questo secondo romanzo della serie, con questo salto temporale, l’ispettore ha accumulato altra esperienza. Gli avvenimenti del passato, quella indagine che ha stravolto per la seconda volta la sua vita, in parte lo hanno cambiato. Ha lavorato, ha cambiato reparto, fino a quando il destino, il suo essere cambiato in parte, lo ha riportato dove è iniziato tutto.

E qui facciamo la conoscenza di un nuovo ispettore Bliss, sempre uguale, e al tempo stesso più maturo. Più maturo perché il tempo, l’età, ma anche il lavoro gli hanno fatto capire come comportarsi, come muoversi fra la sua gente, eppure allo stesso tempo è sempre lui, testardo, orgoglioso, un uomo che odia l’autorità, soprattutto quella esercitata da chi non se lo è meritato.


Quello che ho avuto tra le mani è un libro particolare, molto. Anche questo inizia in maniera un po’ lenta; non in negativo, ma ci mette quelle trenta o quaranta pagine per carburare, ma nel momento in cui si superano, il lettore è ormai catturato dagli avvenimenti, desideroso di scoprire come i casi all’interno del romanzo siano legati tra loro. Come è possibile che sia così.

Lettura consigliatissima, quattro piume.






Commenti