Un erede sconveniente (Serie Sin of the cities #3) di K. J. Charles




 Nella Londra vittoriana, un investigatore privato trova la passione, il pericolo e l’amore di una vita mentre dà la caccia a un aristocratico perduto.

Sulle tracce del figlio segreto di un conte, l’investigatore Mark Braglewicz rintraccia la sua preda a teatro, mentre si esibisce come trapezista con la sorella gemella. Aggraziato, bellissimo, sfuggente e forte, Pen Starling è diverso da chiunque altro Mark abbia mai conosciuto in vita sua… ed è anche tutto ciò che ha sempre desiderato. Ma l’acrobata dalla lunga chioma ha un titolo nobiliare e una fortuna da rivendicare.

Pen non vuole vivere come un uomo, e men che mai come un nobiluomo. Il pensiero di essere ricco, titolato e sempre sotto i riflettori lo terrorizza. Gli piace la vita che sta vivendo adesso: i suoi giorni sul trapezio, le sue notti insieme a Mark. E non ha intenzione di farsi convincere ad accettare un titolo che potrebbe distruggergli l’anima.

Ma c’è un assassino che batte le nebbiose strade di Londra e la vita di Pen non è l’unica a rischio. Mark decide di costringere il riluttante erede a passare dal varietà al maniero di famiglia, per salvargli la pelle. Tradito dall’unico uomo di cui pensava di potersi fidare, Pen non vuole mai più rivedere il suo amante. Tuttavia, quando l’assassino va a cercarlo, Pen deve trovare un modo per perdonarlo… o potrebbe non vivere abbastanza a lungo da sentire le scuse di Mark.



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Buongiorno, cari lettori. Torno a parlarvi di una serie che mi è piaciuta tantissimo: Sins of the Cities. Un erede sconveniente è il terzo ed ultimo volume e potete trovare sul blog anche le recensioni di Un’inattesa attrazione e Un vizio innaturale, i primi due volumi.

Questo terzo e conclusivo volume mi è piaciuto tantissimo, anche se credo che il migliore rimanga Un vizio innaturale. I personaggi qui sono molto belli, però Mark, che in apparenza può sembrare un uomo normale, quasi anonimo, è in realtà un mondo a parte. Nonostante il fatto che sia nato senza un braccio potrebbe renderlo appariscente, sembra invece un personaggio che rimane sullo sfondo ma è soltanto apparenza. È, infatti, molto più incisivo di quanto lui stesso si ritenga e secondo me è uno di quei personaggi a cui non puoi non volere bene.

Pen, d’altro canto, rispecchia una categoria che vedo sempre poco rappresentata: non si sente né uomo né donna; alcuni giorni si sente più vicino ad un lato, alcuni dall’altro, ma non sa esattamente come identificarsi. Secondo me questa questione è stata resa davvero molto bene all’interno del romanzo, soprattutto il contrasto tra la natura di Pen e ciò che invece gli obblighi della società gli andranno ad imporre all’interno della storia. Sì, perché Pen sta per vedere la sua vita completamente cambiata da un segreto tenuto per tantissimi anni che riguarda la nascita sua e della sorella gemella.

In generale, direi che non è solo un buon romanzo ma anche una bella trilogia: certo, il primo non è perfetto, ma gli altri due migliorano tantissimo e temo che il problema fosse dei personaggi, che nel primo mi hanno convinta un po’ meno.

Ve lo consiglio?

Sì, assolutamente. Non potete leggerlo se non avete letto gli altri due, per cui vi consiglio di recuperare l’intera serie, tranquilli ne vale assolutamente la pena.

Per chi invece lo ha letto, ditemi la vostra opinione con un commento qui sotto, che sono curiosissima!

Alla prossima recensione.




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